Per scalare, per salire la ferrata del Passo Santner o semplicemente per fare un'escursione e ammirare da vicino le guglie tanto famose.
È inoltre la base per alcune fra le più belle scalate delle Dolomiti: la più facile cima del Catinaccio, percorrendo la via normale che parte dal passo Santner, la punta Emma e le torri del Vajolet fra cui ricordiamo l’aereo spigolo della Delago, la via normale della Stabeler e la meno frequentata ma altrettanto bella salita della torre Winkler.
Per consigli professionali riguardo le scalate e/o ferrate o per organizzarsi con una esperta e simpatica guida alpina, rivolgetevi alla Scuola di:
Il Giro del Catinaccio e la ferrata del Passo Santner sembrano fatti apposta per esaltare la bellezza e la particolarità delle Dolomiti ed è uno degli ‘anelli’ più belli e famosi di tutte le Dolomiti.
Seguendo un naturale percorso in diagonale, frutto della particolare conformazione della roccia dei Monti Pallidi, questa via ferrata termina con un ingresso indimenticabile nel cuore del regno di re Laurino, aprendo le porte alla valle del Gartl, dove compaiono sempre più maestose uno dei gioielli di roccia tra i più celebrati: le ‘mitiche’ Torri del Vajolet.
Itinerario
Dal rifugio Re Alberto 1° con il segnavia 542 si discende, tra i massi levigati dagli innumerevoli passaggi, la larga gola che conduce ai famosi rifugi Vajolet e Preuss (2243 m). Da qui si prosegue scendendo ancora un paio di tornanti fino all’indicazione del segnavia 541 che sale sulla destra e conduce in traversata sotto la parete est del Catinaccio fino alla deviazione (segnavia 550) che con ripida salita scollina il passo delle Coronelle (2630 m).
Si scende in una ventina di minuti al rifugio Fronza. Si comincia la ferrata aggirando il rifugio Fronza alle Coronelle sul lato sinistro e quindi a salire attraverso canalini e cenge ben segnati e di modesta esposizione ma da superare con prudenza perché non protetti da corde fisse.
Dopo poco, iniziano le funi metalliche che vengono controllate e curate ogni anno dalle locali guide alpine.
Giunti alla forcella sotto le Guglie di Schrofenegger (2650 mt), si scende per una ventina di metri per raggiungere il famoso canalino che a inizio stagione è sempre coperto di neve ed è il passaggio chiave di tutto il percorso. Non è un punto proibitivo e viene sempre protetto da corde fisse che vengono posizionate più in alto per superarlo in sicurezza, ma essendo un punto esposto, raccomandiamo prudenza e di avere con sé ramponi.
Superato il canalone si sbuca al Passo Santner (2741 m - 2.15 h fin qui), a pochi metri di distanza dall'omonimo rifugio.
Ci troviamo sull'orlo superiore della meravigliosa conca del Gartl, delimitata sulla sinistra dalla Croda di Re Laurino, sulla destra dalla Cima Catinaccio, e sullo sfondo della quale compaiono sorprendentemente le forme slanciate delle Torri del Vajolet: Delago, Stabeler e Winkler. Stupendo il balcone panoramico verso il verde Alto Adige.
Dal Passo Santner, seguendo il sentiero 542 ci si affaccia sulla conca del Gartl e in circa 15 minuti, si raggiungono il laghetto e il rifugio Re Alberto 1°(2621 m) ai piedi delle celebri Torri.
Note difficoltà
Itinerario attrezzato di modesta difficoltà, che richiede l'uso obbligatorio di normale dotazione da via ferrata (casco, imbrago, cordini con moschettoni e con dissipatore, guanti da ferrata) e da affrontare con buone condizioni meteo ed evitando le ore pomeridiane e serali!
Informarsi preventivamente sulle condizioni aggiornate della neve nel canale terminale e sull'eventuale presenza di altri tratti ghiacciati lungo il percorso di salita contattando il rifugio Re Alberto 1° (+39 334 7246698).
Il giro qui proposto richiede un buon allenamento fisico. Consigliamo di effettuare il giro in due giorni, pernottando al rifugio Re Alberto 1° che si trova proprio a metà strada per godersi in pieno lo spettacolo dell'enrosadira sulle torri e riposarsi per il giorno successivo!
Percorso: medio-difficile
Dislivello in salita: circa 890 metri
Tempo di percorrenza: 6 ore
Itinerario
Da rifugio Re Alberto 1° si scende il canale del Vajolet con il sentiero 542 fino al rifugio Vajolet - circa 40 minuti.
Da qui si imbocca il facile sentiero 584 che in circa 45 minuti ci porta al rifugio Passo Principe. Daniele e Valentina allieteranno la prima pausa caffè per la vestizione dell’attrezzatura obbligatoria per affrontare la ferrata!
Ci si dirige quindi alla grande bastionata rocciosa del Catinaccio d’Antermoia dove, in 10 minuti incontriamo le prime corde fisse della ferrata ovest che, fra cenge mediamente esposte e detriti ci conduce alla cresta sommitale. La cresta è il tratto più difficile, con passaggio esposto ben segnato ma non protetto per circa 20 metri che richiede passo fermo e che conduce alla croce sommitale (3002 mt. - 2 ore dal rifugio Passo Principe).
Si scende dal versante nord-est sempre seguendo le corde fisse che terminano sul sentiero che conduce al lago d’Antermoia (1 ora dalla vetta).
Attenzione particolare va fatta quando, a inizio stagione, c’è ancora presenza di neve: la discesa sul lato nord-est potrebbe essere ancora innevata e rischiosa se non attrezzati con ramponi.
La fine della ferrata nel sentiero 584 ci permette poi di scegliere fra varie alternative di ritorno al re Alberto 1°:
- la più immediata è quella di risalire, sulla destra, il passo Antermoia e ritornare al rifugio Passo Principe (30 minuti) e quindi a ritroso prima al rifugio Vajolet (30 minuti) e poi la risalita del canale con il sentiero 542 fino a noi (50 minuti).
Percorso: medio-facile
Dislivello in salita: circa 1200 metri
Tempo di percorrenza: 6 ore
- proseguire per il sentiero 584 fino al rifugio Antermoia (40 minuti) e imboccare lì accanto il sentiero 583 per il passo di Lausa (2700 mt) che conduce fino al passo delle Scalette (2348 mt - 2 ore). Da qui si intraprendente una ripida discesa su sentiero attrezzato delle Scalette che presenta alcuni brevi tratti di roccette con corde fisse da superare con attenzione. Si raggiunge il rifugio Gardeccia in circa 1,5 ore e da qui si risale con sentiero 584 e 542 fino al rifugio Re Alberto 1° in circa 2 ore.
Percorso: medio-impegnativo
Dislivello in salita: circa 1650 metri
Tempo di percorrenza: 8 ore
- Seggiovia Pian Pecei a Pera di Fassa (sent. 542, 546 e 540) ore 1,50
- Funivia Catinaccio a Vigo di Fassa (sent. 542 e 546 e 540) ore 1,50
- Rifugi Vajolet e Preuss (sent. 542) minuti 50
- Rifugio Passo Santner (sent. 542) minuti 20
- Rifugio Passo Principe (sent. 542 e 584) ore 1,20
- Rifugio Bergamo (sent. 542, 584, 554 e 3a) ore 2
- Rifugio Alpe di Tires (sent. 542, 584, 554 - passo Molignon) ore 4
- Rifugio Alpe di Tires (sent. 542, 584, 554, 3-3a - Buca dell'Orso) ore 4,30
- Rifugio Bolzano (sent. 542, 584, 554 - passo Molignon e 3-4) ore 6
- Rifugio Antermoia (sent. 542 e 584) ore 3,30
- Rifugio Val di Dona (sent. 542, 584, 580 e 577) ore 5
- Rifugio Micheluzzi (sent. 542, 584, 580 e 578) ore 5,30
- Rifugio Roda de Vael (sent. 542, 546 e 541 - passo delle Cigolade) ore 4
- Rifugi Gardeccia e Stella Alpina Spiz Piaz (sent. 542 e 546) ore 1,30
- Rifugio Fronza alle Coronelle e cabinovia Laurin (sent. 542, 541 e 550 - Passo Coronelle) ore 2,30
- Rifugio Sasso Piatto/Plattkoffelhütte (sent. 542, 584, 554-3a, 594-4, 4, 7) ore 8
1. Piz Piaz – Spigolo Sud/Ovest
Difficoltà: IV+
Dislivello: 55 m
Sviluppo: 55 m
Tiri: 2 tiri
Ore: all'attacco dal rifugio Re Alberto 10 min.; salita in 1 ora
Roccia: buona/ottima
Attrezzatura: NDA
Commento: minuscola ma ardita torre, ha recentemente subito il crollo del lato nord. Si presta a brevi esercitazioni per chi pernotta al rifugio Re Alberto.
2. Torre Delago, Spigolo “Piaz”
Difficoltà: IV con un passaggio di IV+
Dislivello: 130 m
Sviluppo: 156 m
Tiri: 6 tiri
Ore: all'attacco dal rifugio Re Alberto 10 min.; salita in 2,30 ore
Roccia: ottima
Attrezzatura: NDA e l’utilizzo del magnesio è consigliato, poiché si tratta di un’arrampicata in alcuni tratti aerea, su roccia levigata nei tratti obbligati
Commento: arrampicata aerea lungo uno dei più celebri spigoli delle Alpi! Salita piacevolissima, peccato che finisca troppo presto! Roccia ottima ma con appigli piuttosto lisciati dal passaggio. Affollata nei week-end.
3. Torre Delago, Fessura Preuss
Difficoltà: IV+ - V-
Dislivello: 120 m
Sviluppo: 140 m
Tiri: 6 tiri
Ore: all'attacco dal rifugio Re Alberto 10 min.; salita in 2 ore
Roccia: abbastanza buona
Attrezzatura: NDA + qualche dado/friend
Commento: scalata molto interessante firmata da un grande dell'alpinismo. Un po' trascurata a favore degli itinerari vicini più famosi!
4. Torre Stabeler, Via Fehrmann (parete Sud)
Difficoltà: III-IV, un passaggio di IV+
Dislivello: 145 m
Sviluppo: 155 m + 10 alla vetta
Tiri: 6 tiri + 10 m alla vetta
Ore: all'attacco dal rifugio Re Alberto 10 min.; salita in 2,30 ore
Roccia: ottima
Attrezzatura: NDA
Commento: noto itinerario su ottima roccia, spesso al riparo dalle correnti d’aria fredda.
5. Torre Stabeler, Via Normale (parete Sud/Est)
Difficoltà: IV-
Dislivello: 145 m oltre a un breve tratto di facile zoccolo
Sviluppo: 187 m
Tiri: 7 tiri
Ore: all’attacco 10-15 min.; salita in 1,45 ore
Roccia: ottima
Attrezzatura: NDA
Commento: è la punta più alta delle tre torri (2805 m). Roccia buona, lucidata un po’ dal passaggio. Una classica consigliata anche agli scalatori debuttanti.
6. Torre Winkler, Via Steger (parete Sud)
Difficoltà: VI
Dislivello: 140 m
Sviluppo: 170 m + 7 m di cengia larga
Tiri: 6 tiri
Ore: all’attacco 10-15 min.; salita in 2,30 ore
Roccia: ottima, buona il primo tiro di VI
Attrezzatura: NDA + serie completa di stopper + friends no. 2,5 - 3
Commento: itinerario bello e impegnativo con due tiri sostenuti. La via non da tregua e mette a dura prova i muscoli anche degli scalatori più in forma!
7. Torre Winkler, via Normale (parete Est, S.E.)
Difficoltà: IV+
Dislivello: 140 m
Sviluppo: 215 m
Tiri: 7 tiri
Ore: all’attacco 10-15 min.; salita in 2,30 - 3 ore
Roccia: ottima
Attrezzatura: NDA
Commento: la meno frequentata delle torri ma non meno bella delle altre. La salita prevede il superamento del passaggio chiave “Winklerriss”, che costituì, quando venne superato per la prima volta nel 1887, il limite massimo delle difficoltà raggiunto nelle Alpi. Da non sottovalutare per la roccia levigata.
Traversata delle torri
Concatenare la salita delle tre torri è sempre stato considerato un percorso di grande prestigio. La si può compiere da Ovest a Est o da Est a Ovest e permette di visitarle tutte offrendo una giornata di “roccia”, arrampicandosi in un posto ricco di fascino!
Discesa dalle torri
Da tutte e tre le torri sono state attrezzate le soste per la discesa con anelli resinati. Si può scendere facendo solo con due doppie ma avendo due corde da 60 m.
Difficoltà: II - III, il primo tiro III+
Dislivello: 180 m fino alla forcella, 190 m in cresta alla vetta
Sviluppo: 344 m
Tiri: 5 tiri + 55 m di “corda corta”
Ore: all'attacco dal rifugio Re Alberto 30 min.; salita in 2 ore
Roccia: ottima
Attrezzatura: NDA
Commento: salita che offre un panorama eccezionale dalla vetta al quale si unisce un'arrampicata divertente adatta ai principianti purché in possesso delle nozioni basilari dell'arrampicata.
Discesa dal Catinaccio
Dalla cima, scendere sulla cresta nord con “corda corta” fino alla “via normale”. Alla forcella, a sinistra, seguendo la cengia esposta (ca. 15 m) che porta alla sosta cementata per la prima doppia di 15 metri che scende lungo il canale di salita. Seguono poi due doppie da 20 metri usando le soste di salita. Arrivo al rifugio Passo Santner. Da qui il sentiero porta al rifugio Re Alberto 1°. Tempo di discesa circa 2 ore.
1. Via Solleder
Difficoltà: V+
Dislivello: 300 m
Sviluppo: 337 m + 100 m di rampa iniziale
Tiri: 11 tiri + 100 m di rampa iniziale
Ore: all'attacco dal rifugio Re Alberto 5 min.; salita in 3 – 4 ore
Roccia: ottima, tuttavia potrebbe esserci qualche punto che necessita di pulizia
Attrezzatura: NDA + sono dadi e friend specialmente di misura grossa
Commento: via storica, itinerario bello e logico. Si snoda su placche, traversi e camini e alterna passaggi di esposizione (4° tiro) ad altri più normali. Roccia sempre asciutta.
2. Via dei Gardenesi
Difficoltà: VI e VI+ con breve tratto di A1 oppure 8°+
Dislivello: 260 m
Sviluppo: 280 m + 100 m di rampa iniziale
Tiri: 10 tiri + 100 m di rampa iniziale
Ore: all'attacco dal rifugio Re Alberto 5 min.; salita in 4 – 4,30 ore
Roccia: molto buona lavorata a buchetti di varie dimensioni
Attrezzatura: NDA + qualche chiodo, stopper e friend e dieci rinvii. Portare Kevlar sottili per per il tratto in artificiale dove i chiodi a pressione hanno un anello troppo piccolo.
Commento: itinerario bello e logico lungo un evidente pilastro. Si snoda su placche, traversi e camini e alterna passaggi di esposizione (4° tiro) ad altri più normali. Roccia sempre asciutta.
Discesa dal Catinaccio
Dalla cima, scendere sulla cresta nord con “corda corta” fino alla “via normale”. Alla forcella, a sinistra, seguendo la cengia esposta (ca. 15 m) che porta alla sosta cementata per la prima doppia di 15 metri che scende lungo il canale di salita. Seguono poi due doppie da 20 metri usando le soste di salita. Arrivo al rifugio Passo Santner. Da qui il sentiero porta al rifugio Re Alberto 1°. Tempo di discesa circa 2 ore.
Antica via d'accesso al “giardino di Re Laurino”, è una scalata di II grado e passaggi di III. Poco transitata, ma degna di nota per il percorso vario, la campanella da suonare, le colate laviche insolite, il tunnel nella roccia da attraversare e la maestosa vista delle torri che salgono ancora più slanciate viste dal lato nord.
Si parte dal rifugio Fronza alle Coronelle dirigendosi a sinistra su un sentiero poco segnato, sotto la lunga e imponente parete della croda di Re Laurino e si arriva all'attacco, dove si trova una corona reale disegnata sulla roccia. Sono circa 7/8 tiri di corda, e si sbuca al passo, pochi metri sopra il rifugio Re Alberto.
Si ritorna scendendo la ferrata del Passo Santner o facendo il giro del Catinaccio passando dal Vajolet e poi dal Passo delle Coronelle. Tempo di salita 3 - 4 ore.
1. Via Placcomania (“un diavolo per amico”)
Difficoltà: VI-, un tratto di VI
Dislivello: 350 m
Sviluppo: 409 m
Tiri: 11
Ore: 4,15 - 5 ore
Roccia: ottima/buona
Attrezzatura: NDA
Commento: salita bella su roccia buono/ottima, che infila una successione di solide placche lavorate.
2. Via Dimai
Difficoltà: III-IV
Dislivello: 350 m
Sviluppo: 411 m
Tiri: 11
Ore: 3,30 - 4 ore
Roccia: buona, la parte bassa potrebbe richiedere una pulizia
Attrezzatura: NDA
Commento: la via più diretta che si svolge su roccia discreta nei primi tiri e ottima nella seconda parte. Nel settore superiore offre una piacevole arrampicata in camino su una grandiosa parete.
3. Via Fantasia
Difficoltà: V-
Dislivello: 420 m
Sviluppo: 458 m
Tiri: 13
Ore: 4 – 4,30 ore
Roccia: ottima/buona
Attrezzatura: NDA + friends 2/3
4. Via Steger
Difficoltà: V+, un tratto di VI-
Dislivello: 733 m + 70 m alla vetta
Tiri: 20 + 70 m alla vetta
Ore: 6 - 7 ore
Roccia: buona/ottima
Attrezzatura: NDA
Commento: via che sale con una splendida traiettoria diretta ma che offre numerose varianti.
5. Via Leviti-Nemela
Difficoltà: V+ VI, un tratto di VII
Dislivello: 580 m
Tiri: 11
Ore: 6,30 - 8 ore
Roccia: ottima/buona
Attrezzatura: NDA+ dadi e friends
Discesa dal Catinaccio
Dalla cima, scendere sulla cresta nord con “corda corta” fino alla “via normale”. Alla forcella, a sinistra, seguendo la cengia esposta (ca. 15 m) che porta alla sosta cementata per la prima doppia di 15 metri che scende lungo il canale di salita. Seguono poi due doppie da 20 metri usando le soste di salita. Arrivo al rifugio Passo Santner. Da qui il sentiero porta al rifugio Re Alberto 1°. Tempo di discesa circa 2 ore.
Via “Fedele”
Difficoltà: V-
Dislivello: 400 m
Sviluppo: 350 m + 80 m alla vetta
Tiri: 11 + 80 m alla vetta
Ore: 4 ore
Roccia: buona
Attrezzatura: NDA + friends medi
Commento: itinerario vario, divertente e frequentato. Una delle vie più piacevoli del gruppo fra quelle di analoga difficoltà.
Via “Steger”
Difficoltà: V, un tiro di V+
Dislivello: 400 m
Sviluppo: 410 m + 110 m alla vetta
Tiri: 11 + 110 m alla vetta
Ore: 4 ore
Roccia: ottima
Attrezzatura: NDA + stopper medi
Commento: La grande classica della punta Emma, con molte situazioni di arrampicata.
Fessura “Piaz”
Difficoltà: V
Dislivello: 350 m
Sviluppo: 294 m + 110 m alla vetta
Tiri: 9 + 110 m alle vetta
Ore: 3 – 3,30 ore
Roccia: ottima
Commento: scalata storica famosa per l'impresa straordinaria che Tita Piaz, salendo la parete in solitaria, fece ai tempi. Da non sottovalutare il tiro chiave (4°) con difficoltà sostenute.
Discesa dalla Punta Emma Dalla vetta seguire la cresta e prima del suo termine, scendere verso Nord (guardando le torri di fronte). Dopo circa 30 m. di II grado, si gira verso sinistra per una rampa nascosta in direzione forcella della punta Emma. Scendere ancora 15 m. (III grado) fino all'anello cementato. Con una doppia di 25 m. si arriva nella gola delle torri sul sent. 542.
Tutte le descrizioni sono tratte da:
A. Bernard, La nuova guida del Catinaccio, Ed. Mediterranee 1996
M. Bernardi, Arrampicare sul Catinaccio e dintorni, Ed. Athesia 2009